Da un punto di vista strettamente storico la genesi della nuova destra e delle sue impietose critiche alla tradizione liberale, alla democrazia e al capitalismo, affondano le proprie radici non solo nella rivoluzione conservatrice tedesca degli anni trenta ma anche in quella francese dello stesso periodo ed,in particolare ,nella rivista Combat.
La rivista francese Combat , fondata nel 1936 da Jean de Fabrègues e Thierry Mauknier ,costituisce uno dei migliori esempi di critica impietosa alla democrazia, al liberalismo e al marxismo nel contesto della destra radicale europea.
In primo luogo accanto rifiuto della democrazia, sia sul piano ideologico sia sul piano politico, gli autori rivolgono una critica radicare al cosiddetto macchinismo, cioè a quella forma di deriva dalla civiltà industriale che ha trasformato l’uomo in uno schiavo dei rapporti fra il lavoro e il capitale: macchinismo che blocca lo sviluppo armonioso dell’individuo e l’espansione della sua forza. Inoltre il macchinismo industriale annulla l’identità e l’originalità dell’individuo portando ad una vera e propria disumanizzazione dello stesso. Proprio per questa ragione la liberazione dalla barbarie della civiltà pre industriale ha condotto l’umanità ad una nuova e più temibile forma di barbarie e cioè quella industriale. Tuttavia l’industrializzazione ha determinato una serie di implicazioni particolarmente nefaste tra le quali la scuola unica,la predilezione per l’insegnamento tecnico e soprattutto ha determinato l’importanza sempre crescente del plutocrate e dell’ingegnere.
Ebbene, proprio nella società americana ,si trova il miglior esempio di disumanizzazione moderna poiché in essa l’uomo viene asservito all’economia e ha il dovere di consumare e produrre. Questa nuova forma di totalitarismo -che altro non è che una forma di collettivismo -è equipollente a quello comunista. L’assimilazione tra il comunismo alla democrazia capitalistica non deve sorprendere poiché per gli autori di questa rivista la democrazia non è altro che una forma di cesarismo collettivista mentre il socialismo è una forma di capitalismo collettivo. In entrambi i casi, sia sotto Ford sia sotto Stalin, ci troviamo di fronte a una società produttiva e razionalizzata in cui domina la volgarità della materia.
Sotto il profilo strettamente valoriale le due società sono egualmente dominate dal ritmo incessante della macchina nei cui confronti è necessario combattere senza tregua soprattutto perché una delle conseguenze del materialismo moderno è l’individualismo borghese. Tre sono le alternative che gli autori della rivista indicarono e giudicarono perseguibili: il fascismo italiano e il nazismo tedesco-che gli autori ideologicamente accomunano alla definizione di neo nazionalismo – e infine il sindacalismo che dovrebbe rappresentare lo sforzo comune di tutti quei lavoratori che potranno ritrovare il loro ruolo sociale nella comunità nonostante la società liberale. Infatti ,sia il fascismo sia il nazismo ,sono state le uniche ideologia in grado di contrapporsi in modo adeguato all’economia capitalistica e al marxismo e sono in grado di compiere tutto ciò poiché entrambe sono accomunate dalla volontà di combattere il materialismo. Il fascismo e il nazismo potranno edificare una società nuova e un nuovo nuovo mondo dando spazio alle forze spontanee della vita, della salute e del sangue. Quanto al liberalismo, ben lungi dal rappresentare una forza ideologica marginale, è al contrario proprio quella ideologia che più di ogni altra ha cercato di disgregare le antiche comunità nazionali relegando lo Stato ad un ruolo marginale fino a sottometterlo alla sua logica. In altri termini, la società capitalistica è la prima società della storia che ha portato al potere gli interessi dell’economia.