A venticinque anni dalla caduta del Muro di Berlino e della fine della Guerra Fredda, stiamo assistendo ad un reflusso esponenziale di crisi a livello geopolitico ed economico, come forse mai accaduto nella storia contemporanea. La fine dei blocchi contrapposti, benché gli Stati Uniti ne tentino disperatamente una riproposizione, appare quanto mai sepolta da un opportunismo politico-economico degli Stati nazionali difficile da scalfire, neanche da un’Unione Europea gigante finanziario dai piedi d’argilla. Da questa realtà riaffiora risolutamente il concetto di Stato potenza, che sembrava relegato al lontano passato, specie con l’avvento del consesso delle Nazioni Unite e di tutte le altre istituzioni transnazionali nate dopo la Seconda Guerra Mondiale. Se la resistenza a cedere sovranità nazionale e l’anteporsi dei singoli interessi nelle relazioni internazionali sono comunque sempre stati latenti, più innovativi sono invece gli strumenti per consolidare e possibilmente allargare le sfere di influenza delle Potenze in un epoca nella quale l’economia globalizzata e le tecnologie informatiche la fanno da padrone. In particolare, assume in questo senso grande importanza la nozione di guerra economica come arma per indebolire, in un conflitto non dichiarato, l’avversario con attività che vanno dal protezionismo, alla lobbying e all’intelligence industriale. In questo saggio questi concetti vengono ampiamente esaminati grazie agli studi elaborati dai più importanti analisti a livello internazionale, che ne fanno un mezzo insostituibile per chi voglia comprendere le linee sulle quali si muovono effettivamente le relazioni globali.
Prefazione, Capitolo primo: Guerra economica e potenza, Capitolo secondo: Stato e potenza, Capitolo terzo: L’evoluzione del concetto di potenza, Capitolo quarto: Rivoluzione dell’informazione e strategia di potenza degli Stati, Capitolo quinto: Geo-economia e potenza, Capitolo sesto: Figure della potenza, Bibliografia