Alessandro Orsini legge John Mearsheimer

Gli Stati Uniti e loro alleati, nonostante abbiano accresciuto la propria quota di potere mondiale dopo la dissoluzione dell’unione sovietica, non intendono arrestare la loro avanzata. Al contrario, cercano di approfittare di tutte le occasioni per espandersi senza sosta.L’Ucraina, un tempo sotto il dominio di Mosca, si era trasformata in una sorta di stato cuscinetto e godeva di buone relazioni con l’Europa e con la Russia.Tuttavia il blocco occidentale, non accontentandosi di questa neutralità di fatto, ha sviluppato una politica aggressiva per favorire la caduta di Janukovyč e sostituirlo con un presidente filo occidentale che, dopo alterne vicende, avrebbe trovato in Porosenko, leader antirusso e assertore dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato.Il problema è che l’Ucraina confina con la Russia, la quale ha un forte interesse a confinare con uno Stato amico, o comunque non ostile, che la separi da Paesi nato per avere più tempo di organizzare la difesa in caso di invasione.Una volta rovesciato Janukovyč, poi scappato in Russia, la competizione per la sicurezza è diventata massima, fino ad assumere la forma dell’offensiva militare.La Russia russo invase la Crimea, nel timore che la base navale di Sebastopoli cadesse nelle mani del nuovo governo filo occidentale.Il blocco occidentale ha imposto le sanzioni contro Putin e quindi la crisi in Ucraina dell’est è una reazione di Putin all’espansione della Nato a spese della Russia.A conferma di questa insaziabilità basterebbe elencare i summit della Nato volti a inglobare i paesi che un tempo erano sotto il controllo della Russia.Il primo vertice ebbe luogo nel 99 e condusse all’inclusione di Repubblica ceca, Ungheria e Polonia.Il secondo si svolse nel 2004 e incluse Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia.Mosca continuava opporsi ad un allargamento così ampio e rapido durante la campagna di bombardamenti della Nato contro la la Serbia nel 95 e il presidente russo Boris Eltsin disse: “questo è il primo segnale di che cosa potrebbe accadere se la Nato arrivasse fino ai confini della federazione russa… Le fiamme della guerra potrebbero bruciare per tutta l’Europa“.Gli appetiti della Nato continuarono a dirigersi sempre più a est, ovvero sempre più vicino alla Russia e, nell’aprile del 2008, si svolse il summit di Bucarest, in cui la Nato iniziò a considerare la annessione della Ucraina.Putin considerava l’integrazione dell’Ucraina e della Georgia nella Nato inaccettabile per assicurare la Russia, ma l’amministrazione americana continua a sostenere il processo di integrazione, a cui però si opposero Francia e Germania per paura di scatenare le ire di Putin.Alla fine, si giunse a un compromesso: la Nato non avrebbe avviato il processo formale, ma si sarebbe limitato ad appoggiare le aspirazioni della Georgia dell’Ucraina con la dichiarazione che tuttavia non placò le paure di Mosca.Pochi mesi dopo, nell’agosto 2008, Putin bombardò la Georgia, per chiarire di essere pronto a scatenare una guerra, pur di impedire l’avvicinamento della Nato ai propri confini.

Alessandro Orsini, Ucraina, critica della politica internazionale.PaperFirst,2022,pagg.98-100