I servizi segreti pakistani e lo Stato islamico del Khorasan

Il primo ministro pakistano Imran Khan ha elogiato il sistema di promozione nei servizi di sicurezza in occasione di un discorso pubblico il 20 ottobre, in un messaggio velato al capo militare del Paese Qamar Javad Bajwa sulla nomina del successore di Faiz Hameed a capo del Inter-Services Intelligence (ISI) altamente strategico .La delicata situazione in Afghanistan, le cui ripercussioni sono fonte di preoccupazione a Islamabad, ha convinto Kahn a mantenere Hameed al lavoro. Tuttavia, sarà sostituito dal generale Nadeem Ahmad Anjum, il candidato preferito dell’esercito.

L’esercito pakistano ha annunciato la nomina di Anjum il 6 ottobre, insieme al trasferimento di Hameed al comando del Peshawar Corps. Ma il governo, che sosteneva di non essere stato consultato, in violazione della legge pakistana, si è trattenuto dall’annunciare ufficialmente la nomina di Anjum.

Sebbene il ministro dell’Informazione, Fawad Chaudhry, abbia dichiarato che i negoziati sono stati chiusi, il 13 ottobre la nomina ufficiale deve ancora essere annunciata, sebbene Anjum abbia assunto ufficiosamente il suo nuovo ruolo.

La tensione arriva in un momento in cui l’Isi è impegnato nella gestione del dossier afghano, nello specifico della minaccia dello Stato islamico nel Khorasan .Prima di lasciare l’ISI, Hameed ha ospitato una conferenza regionale a Islamabad il 5 ottobre che ha riunito una delegazione iraniana del ministero dell’intelligence e della sicurezza, il Vevak e funzionari della Guardia rivoluzionaria iraniana, la Guoanbu, SVR e GU russi (l’ex GRU) e i servizi di intelligence dei vicini Turkmenistan e Uzbekistan. I talebani erano rappresentati da cinque alti funzionari del loro apparato di intelligence tra cui Taj Mir Jawad, l’ex capo delle operazioni di intelligence dei talebani a Jalalabad, considerata una roccaforte dell’EI-K.

I vari servizi di intelligence hanno sottolineato la minaccia dell’EI-K, con l’Iran che ha condannato la mancanza di impegno dei talebani nel proteggere i suoi compagni sciiti .Preoccupato per la presenza delle cellule dormienti del movimento jihadista nelle città di Quetta e Karachi, il capo dell’ISI ha espresso le sue gravi preoccupazioni per la situazione e ha incoraggiato il suo successore a continuare la lotta contro il movimento.

Scuola di Guerra economica,La guerra dell’informazione e il terrorismo dell’Isis

Il rapporto sullo stato d’allarme redatto da un’équipe di studenti della Scuola di guerra economica (EGE) sotto la direzione di Christian Harbulot, intitolato “La Francia può battere lo Stato Islamico sul terreno della guerra dell’informazione?”, presenta in modo articolato la questione della necessità di sconfiggere l’ISIS su questo specifico terreno. Alain Juillet, presidente dell’Accademia d’intelligence economica e autore della prefazione, rileva in particolare l’atteggiamento passivo della Francia alle prese con questa difficile sfida, paragonandolo a quello di una preda immobile dinanzi al suo carnefice. Per contrastare la minaccia immateriale dei salafiti dell’ISIS, che utilizzano il cyberspazio in modo sempre più efficace, è dunque urgente promuovere un’analisi lucida dei metodi e degli strumenti impiegati dall’avversario.

Saggio